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Cheratina e rigenerazione dello smalto dentale: una nuova frontiera per la salute dei denti?

Un recente studio scientifico propone un’idea rivoluzionaria, quella dell’utilizzo della cheratina come rigenerante per lo smalto dei denti danneggiato.

Che cos’è la cheratina?

Si tratta di una proteina fibrosa molto diffusa in natura, che costituisce ad esempio la struttura di capelli, unghie e piume.
Il suo essere particolarmente resistente e la sua capacità di auto-assemblarsi, la renderebbe particolarmente adatta come “impalcatura biologica” per ricostruire lo smalto dei denti in modo naturale e strutturato, superando i limiti dei metodi attuali basati solo sulla remineralizzazione superficiale.

Secondo questa ipotesi (sempre se si rivelerà praticabile) la cheratina funzionerebbe come struttura guida per i minerali come calcio e fosfato, aiutandoli a depositarsi in modo ordinato e a riprodurre la complessa struttura dello smalto dentale.

Un processo non solo rigenerativo, ma potenzialmente in grado di attuare una ricostruzione stratificata della struttura dello smalto danneggiato.

Perché lo smalto dentale è così importante?
Lo smalto dentale riveste la zona del dente esposta all’ambiente orale ed ha come funzione principale quella di proteggere il dente.
Usura, acidi alimentari, batteri, bruxismo o tecniche di spazzolamento troppo aggressive possono causare erosioni e micro-lesioni che col tempo peggiorano e una volta danneggiato lo smalto dentale non è in grado di rigenerarsi spontaneamente. L’unico modo per rimediare, ad oggi, è l’intervento del dentista con restauri o ricostruzioni.

Ecco perché questa nuova ricerca sulla cheratina potrebbe aprire la strada verso nuove soluzioni preventive e rigenerative e nuovi prodotti per l’igiene orale capaci di agire nei primi stadi del danno, prima che sia necessario un trattamento invasivo.

Tuttavia, siamo ancora in una fase sperimentale. Prima che questi prodotti arrivino sul mercato, saranno necessari:

  • Studi clinici approfonditi per verificare sicurezza e biocompatibilità della cheratina usata in campo odontoiatrico;
  • Analisi della stabilità meccanica e chimica dello smalto rigenerato;
  • Test in vivo per misurare l’efficacia reale nei pazienti, con tecniche avanzate come la microscopia elettronica (SEM) o la diffrazione a raggi X (XRD).

Se questi studi daranno esito positivo, potremmo essere davanti a una svolta epocale in odontoiatria: da semplici prodotti per “proteggere” i denti si passerebbe a veri e propri strumenti di rigenerazione attiva, in grado di ricostruire i tessuti dentali danneggiati. Insomma, l’idea che un giorno potremmo “curare” lo smalto con un dentifricio rigenerativo a base di cheratina non è più fantascienza, è scienza in divenire!